Modello organizzativo per il contrasto di abusi, violenze e discriminazioni
Art.1 Finalità
Il presente Regolamento è stato redatto in conformità alle disposizioni di cui al D.lgs. n. 36/2021 e
al D.lgs. n. 39/2021, nonché alle disposizioni emanate in materia dalla Giunta Nazionale del CONI,
dall’ENDAS Nazionale nonché ai principi fondamentali emanati dall’Osservatorio permanente del
CONI per le politiche di Safeguarding, al fine di contrastare ogni forma di abuso, violenza e
discriminazione e disciplinare le misure per assicurarne il rispetto, con particolare riguardo alla
tutela dei minori.
Art.2 Destinatari
Sono tenuti al rispetto del seguente regolamento tutti i Tesserati, Dirigenti, Dipendenti,
Collaboratori e tutti coloro che, a qualsiasi titolo, intrattengono rapporti con l’Associazione.
Art.3 Comportamenti e condotte rilevanti
Costituiscono comportamenti rilevanti ai fini del presente Regolamento:
a) l’abuso psicologico;
b) l’abuso fisico;
c) la molestia sessuale;
d) l’abuso sessuale;
e) la negligenza;
f) l’incuria;
g) l’abuso di matrice religiosa;
h) il bullismo, il cyberbullismo;
i) i comportamenti discriminatori.
Ai fini del presente articolo, si intendono:
- per “abuso psicologico” qualsiasi atto indesiderato, tra cui la mancanza di rispetto, il confinamento, la sopraffazione, l’isolamento o qualsiasi altro trattamento che possa incidere negativamente sul senso di identità, dignità e autostima, ovvero tale da intimidire, turbare o alterare la serenità del tesserato, anche se perpetrato attraverso l’utilizzo di strumenti digitali;
per “abuso fisico”, qualunque condotta consumata o tentata (tra cui botte, pugni, percosse,
soffocamento, schiaffi, calci o lancio di oggetti), che sia in grado in senso reale o potenziale
di causare, direttamente o indirettamente un danno alla salute, un trauma, lesioni fisiche o
che danneggi lo sviluppo psico-fisico del minore tanto da compromettergli una sana e serena
crescita. Tali atti possono anche consistere nell’indurre un tesserato a svolgere (al fine di una
migliore performance sportiva) un’attività fisica inappropriata, come il somministrare carichi
di allenamento inadeguati in base all’età, genere, struttura e capacità fisica oppure forzare
ad allenarsi atleti ammalati, infortunati o comunque doloranti nonché nell’uso improprio,
eccessivo, illecito o arbitrario di strumenti sportivi. In quest’ambito rientrano anche quei
comportamenti che favoriscono il consumo di alcool, di sostanze comunque vietate da
norme vigenti e le pratiche di doping;
per “molestia sessuale”, qualunque atto o comportamento indesiderato e non gradito di
natura sessuale, sia esso verbale, non verbale o fisico che comporti una grave noia, fastidio
o disturbo. Tali atti o comportamenti possono anche consistere nell’assumere un linguaggio
del corpo inappropriato, nel rivolgere osservazioni o allusioni sessualmente esplicite, nonché
richieste indesiderate o non gradite aventi connotazione sessuale, ovvero telefonate,
messaggi, lettere od ogni altra forma di comunicazione a contenuto sessuale, anche con
effetto intimidatorio, degradante o umiliante;
per “abuso sessuale”, qualsiasi comportamento o condotta avente connotazione sessuale,
senza contatto, o con contatto e considerata non desiderata, o il cui consenso è costretto,
manipolato, non dato o negato. Può consistere anche nel costringere un Tesserato a porre
in essere condotte sessuali inappropriate o indesiderate, o nell’osservare il Tesserato in
condizioni e contesti non appropriati
· per “negligenza”, il mancato intervento di un dirigente, tecnico o qualsiasi tesserato, anche
in ragione dei doveri che derivano dal suo ruolo, il quale, presa conoscenza di uno degli
eventi, o comportamento, o condotta, o atto di cui al presente documento, omette di
intervenire causando un danno, permettendo che venga causato un danno o creando un
pericolo imminente di danno. Può consistere anche nel persistente e sistematico
disinteresse, ovvero trascuratezza, dei bisogni fisici e/o psicologici del tesserato;
· per “incuria”, la mancata soddisfazione delle necessità fondamentali a livello fisico, medico,
educativo ed emotivo;
· per “abuso di matrice religiosa”, l’impedimento, il condizionamento o la limitazione del
diritto si professare liberamente la propria fede religiosa e di esercitarne in privato o in
pubblico, il culto purchè non si ratti di riti contrari al buon costume;
· per “bullismo/cyberbullismo”, qualsiasi comportamento offensivo e/o aggressivo che un
singolo individuo o più soggetti, possono mettere in atto, personalmente, attraverso i social
network o altri strumenti di comunicazione, sia in maniera isolata, sia ripetutamente nel
corso del tempo, ai danni di uno o più tesserati con lo scopo di esercitare un potere o un
dominio sul tesserato. Possono anche consistere in comportamenti di prevaricazione e
sopraffazione ripetuti e atti ad intimidire o turbare un tesserato che determinano una
condizione di disagio, insicurezza, paura, esclusione o isolamento (tra cui umiliazioni, critiche
riguardanti l’aspetto fisico, minacce verbali, anche in relazione alla performance sportiva,
diffusione di notizie infondate, minacce di ripercussioni fisiche o di danneggiamento di
oggetti posseduti dalla vittima);
· per “comportamenti discriminatori”, qualsiasi comportamento finalizzato a conseguire un
effetto discriminatorio basato su etnia, colore, caratteristiche fisiche, genere, status social-
economico, prestazioni sportive e capacità atletiche, religione, convinzioni personali,
disabilità, età o orientamento sessuale.
Le condotte rilevanti possono essere tenute in ogni forma e/o modalità, ivi comprese:
- di persona
- tramite ausili informatici (social network, web, e-mail, messaggi, etc).
Art.4 Principi e comportamenti da tenere
I Soggetti di cui all’art. 2 sono tenuti al rispetto dei seguenti principi e comportamenti:
- uguaglianza e tutela della libertà, della dignità e dell’inviolabilità della persona;
- attenzione e impegno a garantire uguali condizioni, senza distinzioni di età, etnia, condizione
sociale, opinione politica, convinzione religiosa, genere, orientamento sessuale, disabilità e altro; - attenzione ad eventuali situazioni di disagio, percepite o conosciute anche indirettamente, con
particolare riguardo a soggetti minorenni; - segnalazione di ogni circostanza di interesse, agli esercenti la responsabilità genitoriale o tutoria
ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza; - confronto con il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni o direttamente con il
Safeguarding Officer dell’ENDAS, ove si abbia il sospetto che possano essere attuate condotte
rilevanti ai sensi del presente Regolamento; - svolgimento dell’attività sportiva nel rispetto dello sviluppo fisico, sportivo ed emotivo del
Tesserato, tenendo in considerazione anche interessi e bisogni dello stesso; - programmazione e gestione dell’attività, anche in occasione delle trasferte, individuando soluzioni
organizzative e logistiche atte a prevenire situazioni di disagio e/o comportamenti inappropriati; - autorizzazione degli esercenti la responsabilità genitoriale in caso di Tesserati minorenni, da
conservare nei termini di legge, qualora siano programmate sedute di allenamento singole e/o in
orari in cui gli impianti e gli spazi utilizzati per l’attività sportiva non sia usualmente frequentata
e/o nelle trasferte; - prevenzione, durante gli allenamenti e in gara, di tutti i comportamenti e le condotte sopra
descritti con azioni di sensibilizzazione e controllo; - sensibilizzazione ai fruitori dello spazio in cui si sta svolgendo l’attività sportiva, che gli
apprezzamenti, i commenti e le valutazioni che non siano strettamente inerenti alla prestazione
sportiva e compresi tra quelli indicati dal presente Regolamento, possono essere lesivi della
dignità, del decoro della persona; - favorire la rappresentanza paritaria di genere.
Art.5 Tutela dei minori
I soggetti chiamati a svolgere attività dirette con minori, a prescindere dalla forma e dal tipo di
rapporto di lavoro e collaborazione intrattenuta, sono tenuti a richiedere copia del casellario
giudiziario.
Art.6 Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni
Con lo scopo di prevenire e contrastare gli abusi, le violenze e le discriminazioni, in linea con le
vigenti disposizioni, è nominato un Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni.
Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni è competente altresì per la verifica di
situazioni di pericolo o abusi in corso, nel rispetto delle competenze della Giustizia Sportiva, nonché
per le azioni di prevenzione.
Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni è nominato dal Consiglio Direttivo Il Sig.
PAOLO ALGISI scelto tra Professionisti, Dirigenti, Sportivi, Soci che si siano contraddistinti per la loro
professionalità, principi etici e che:
• Non abbia riportato condanne penali passate in giudicato per reati non colposi a pene
detentive superiori ad un anno, ovvero a pene che comportino l’interdizione dai pubblici uffici
superiore ad un anno;
• Non abbia riportato, nell’ultimo decennio, squalifiche o inibizioni sportive definitive
complessivamente superiori ad un anno, fatti salvi i casi di riabilitazione da parte delle Federazioni
Sportive Nazionali, delle Discipline Sportive Associate e degli Enti di Promozione Sportiva, del CONI
o di Organismi Sportivi Internazionali riconosciuti;
• Non abbia subito una sanzione a seguito dell’accertamento di una violazione delle Norme
Sportive Antidoping del CONI o delle disposizioni del Codice Mondiale Antidoping WADA;
• Non abbia in essere controversie giudiziarie contro l’Ente, il CONI o con le Federazioni
Sportive Nazionali o contro altri Organismi riconosciuti dal CONI stesso.
Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni nell’espletamento delle sue funzioni, si occupa in particolare di:
• vigilare sull’adozione e sull’aggiornamento dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività
sportiva, nonché dei codici di condotta, segnalando le violazioni dei predetti obblighi e eventuali condotte rilevanti, al Safeguarding Officer ENDAS Nazionale;
• adottare le opportune iniziative per prevenire e contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione;
• partecipare al Tavolo Permanente sulle politiche di Safeguarding, coordinato dal
Safeguarding Officer ENDAS Nazionale.
• relazionare, con cadenza semestrale, sulle politiche di Safeguarding interfacciarsi per le
politiche di Safeguarding, per tutti gli adempimenti necessari, con il Safeguarding Officer ENDAS Nazionale, al quale fornisce informazioni e ogni eventuale documento richiesto;
• svolgere ogni altra funzione eventualmente attribuita dal Consiglio Direttivo
• Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni dura in carica quattro anni e non può
essere revocato e/o sostituito se non per giusta causa.
Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni ha la facoltà di avvalersi di esperti scelti in
collaborazione con il Legale Rappresentante, le cui competenze siano opportune o necessarie in
relazione a singole azioni o procedimenti.
Art.7 Misure Preventive e Gestione del Rischio
Allo scopo di prevenire ogni tipo di abuso, violenza e discriminazione sui tesserati, specie se minori,
è obbligatoria la partecipazione al Tavolo Permanente ENDAS coordinato dal Safeguarding Officer
ENDAS e composto dal Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni.
Le attività di prevenzione contro illeciti e irregolarità, hanno l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli per
il benessere dell’atleta e ogni forma di discriminazione, con progetti ad-hoc, a titolo esemplificativo:
progetti formativi calendarizzati, campagne di sensibilizzazione e ogni altra attività si renda
necessaria allo scopo, anche su proposte pervenute dai tesserati su email p.algisi@alice.it .
Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, dovrà assicurarsi che all’interno della
propria struttura sia in vigore un modello organizzativo performante per l’attività dell’Associativa,
prevedendo quanto necessario per l’attuazione delle procedure (esempio: procedura accesso ai
locali degli allenamenti dove è previsto un contatto fisico, procedure per viaggi, trasferte e
manifestazioni sportive, eventuali convenzioni con medici sportivi e psicologi per la cura dei minori).
Art.8 Misure di Contrasto
Tutti i soggetti coinvolti a diverso titolo nelle attività dell’Associazione che vengono a conoscenza di
comportamenti rilevanti, sono tenuti a segnalare tempestivamente al Responsabile contro abusi,
violenze e discriminazioni, inoltrando comunicazione. Quest’ultimo deve comunicare
tempestivamente al Safeguarding Officer ENDAS Nazionale nelle modalità previste dalla Procedura
per le segnalazioni di illeciti e irregolarità.
L’ASD CENTRO STUDI KARATE SHOTOKAN M. NAKAYAMA garantisce la riservatezza del
Segnalante, fatto salvo nei casi in cui sia evidente e comprovata la responsabilità dello stesso per
reati di calunnia e/o diffamazione.
In caso di procedimento disciplinare a seguito di accertata violazione, lo stesso si svolgerà nelle
modalità e nei termini previsti dal Regolamento di Giustizia e nel rispetto della normativa vigente.
Art.9 Responsabilità
Il mancato adeguamento agli obblighi di cui al presente Regolamento ovvero la dichiarazione non
veritiera rispetto ai predetti obblighi, costituisce violazione dei doveri di lealtà, probità e correttezza,
ai sensi del Regolamento di Giustizia.
Art. 10 Monitoraggio risultati
Al fine di rendere performante il presente Regolamento, su input della relazione semestrale redatta
dal Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, il Consiglio Direttivo, provvederà a
valutare che le politiche messe in atto siano in linea con gli obiettivi prefissati e apporrà gli eventuali
correttivi e/o integrazioni necessarie proposte dal Responsabile.
Art.11 Pubblicità e diffusione politiche Safeguarding
La diffusione del seguente Regolamento è obbligatoria e deve essere effettuata con tutti i mezzi
(informatici, affissione, messa a disposizione).
La mancata pubblicità del Regolamento e suo materiale correlato, costituisce illecito e deve essere
segnalato al Safeguarding Officer ENDAS Nazionale.
Art.12 Riservatezza e privacy
Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni è tenuto agli obblighi di riservatezza previsti
dal Regolamento del Safeguarding. L’identità del segnalante non può essere rivelata a persone
diverse da quelle competenti a ricevere o a dare seguito alle segnalazioni. La protezione riguarda
non solo il nominativo del segnalante ma anche tutti gli elementi della segnalazione dai quali si possa
ricavare, anche indirettamente, l’identificazione del segnalante e dei soggetti coinvolti. Le
documentazioni relative alle segnalazioni devono essere conservate nel rispetto del GDPR 2016/679
e conservate per il tempo necessario al trattamento della segnalazione e comunque non oltre 5 anni
a decorrere dalla data di comunicazione dell’esito finale della segnalazione.
Art.13 Ritorsioni
Costituisce violazione al presente Regolamento, al Codice di Condotta, qualsiasi comportamento,
atto od omissione, anche solo tentato e/o minacciato, con volontà di provocare danno ingiusto alla
persona segnalante, in relazione alla segnalazione presentata, punibile ai sensi dei Regolamenti
interni dell’ENDAS.
Art.14 Norme finali/Transitorie
Entro il 31 Agosto 2024 è adottato il Modello organizzativo e di controllo dell’attività sportiva nonché
il Codice di Condotta, conformi alle Linee Guida predisposte dall’ENDAS.
Entro il 1° luglio 2024 è nominato il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni di cui
all’art. 10. La nomina dovrà, senza indugio, essere comunicata al Safeguarding Officer Nazionale
ENDAS.
Le sanzioni in caso di mancato adempimento degli obblighi di cui al presente Regolamento, si
applicano a partire dal 1° Gennaio 2025.
Per quanto non esplicitamente previsto, si rimanda a quanto prescritto dallo Statuto, dalla
normativa vigente e da tutta la Regolamentazione dell’ENDAS, incluso il Codice Etico e il Codice di
Condotta.
Il presente Regolamento, approvato Consiglio Direttivo entra in vigore il giorno successivo alla sua
pubblicazione sul sito dell’Associazione.